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UN BUON MOTIVO

UN BUON MOTIVO

  • Tiziana Moggi

Perché?


Perché manifestare in questo tempo di passioni tristi, di cinismo esasperato, di complice omertà e indifferenza spalmata sulle mille indecenze che ammorbano la società, il mondo?
Perché manifestare, quando di fronte a tutto ciò e alle volontà politiche sempre più ottuse e agli interessi miliardari, veri padroni e despota del mondo, verifichi l’impotenza di poter far virare in direzione altra gli eventi?
Questo il quesito che noi del collettivo Femmine Difformi ci siamo poste, soprattutto ultimamente, al momento in cui sono stati lanciati appelli di sensibilizzazione per l’atroce situazione di Gaza, per un genocidio in diretta, ma negato o cosa peggiore ignorato.
Un disconoscimento di una tragedia, non l’unica certo, ma mostruosa.


Il silenzio genera mostri.
Ecco, sull’onda di questa affermazione, la risposta è sorta spontanea:
Partecipare per non diventare orribili figuri, per salvare qualcosa di umano, per non cadere nella disillusione della Possibilità, della Speranza.
Se il Manifestare forse non riuscirà a cambiare la sostanza in modo radicale e profondo, di sicuro il restare in Silenzio rafforzerà l’apatia, darà diritto a procedere in modo vertiginoso verso la voragine aperta e in cui tutte e tutti stiamo sprofondando.
E allora andiamo agli eventi che sollecitano gli animi a restare umani, a recuperare il sentire profondo.
Le foto allegate, forse, in modo migliore delle parole, raccontano alcuni momenti in cui abbiamo partecipato: dalle chiamate di associazioni ”Donne in cammino per la pace”, alle proposte #L’ultimogiornodiGaza di intellettuali e personalità pubbliche della società civile come Tommaso Montanari, Claudia Durastanti, Paola Caridi e altri professori, ricercatori e giornalisti.
Che fossero lungo una strada, in una piazza, o sulla sabbia di fronte ad un mare incredibile.
Che ci fosse il silenzio, la luce fievole di una candela o i suoni difformi di strumenti improvvisati, tutte le situazioni avevano un fil rouge che accomunava: l’emozione, l‘entusiasmo, l’occasione  di esprimere il proprio dissenso per  tutto ciò che è barbarie verso gli esseri umani, il dire Non in mio nome, il condividere lo sgomento di sentirsi comunque impotenti, ma che fa abbracciare con trasporto persone mai prima viste e conosciute, in un contatto che conforta e fa dire: sosteniamoci e sosteniamo il nostro essere umani, persone, creature di pace.
Il nostro filo per tentare di rattoppare un ordito ormai logoro lo abbiamo portato e continueremo a portarlo, a tessere insieme una nuova coperta, con il desiderio, la forza e la volontà di credere nella Possibilità di una luce, anche se flebile, in fondo al tunnel.


"E se manifesto non lo faccio per cambiare glə altrə, ma affinché glə altrə non cambino me."                                            


Eventi:





  


“Donne in cammino per la pace” 
    Poggibonsi/Colle Val d’Elsa - gennaio 2024 marzo 2024


Come si fa a piangere 50.000 morti? 50.000 sudari per Gaza”
 24 maggio 2025 spiaggia di Lacona - Isola d’Elba


"Nella notte della democrazia Gaza muore. Sanzioni subito”
  1 giugno 2025 (Colle Val d’Elsa)


“Gaza muore di fame: Disertiamo il silenzio”
    27 luglio 2025 (Colle Val d’Elsa)


 

 

Foto di Niccolò Ridi, Tina Gardi, Silva Masini
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